Jamie 3:26 at Ex Forno

Vai. Jamie 3:26 Se anche non conoscete il suo nome siamo certi che da qualche parte abbiate ballato la sua ‘Hit It n Quit It’, quella bomba da dancefloor basata sul sample vocale di ‘Hit and Run’ (cantata da Loleatta Holloway), che continua a deflagrare all’apice dei set di Motor City Drum Ensemble (chi c’era al Dimension nel 2015 non se la scorderà più). Jamie 3:26 è la quintessenza del suono di Chicago, la sua città natale, culla dell’house e di buona parte della club culture come la conosciamo oggi. Lo stesso moniker artistico di Jamie Watson è un omaggio a quella imprescindibile scena musicale che ha forgiato le sonorità dance nei primi anni ’90: il leggendario ‘The Muzic Box’ di Ron Hardy si trovava proprio all’indirizzo contrassegnato da quelle cifre e rappresentava la seconda vita dello storico Warehouse, dove tutto era cominciato. L’influenza di quel club sulle evoluzioni della musica da ballo sono già storia. Jamie si è formato proprio lì, ispirato da maestri come Frankie Knuckles e Dj Pierre prima e dalle collaborazioni con artisti come Marshall Jefferson, Anthony Nicholson, Glenn Underground, Boo Williams e Paul Johnson dopo. Le sue produzioni sono marchiate da alcune delle principali etichette europee (Rush Hour, Local Talk, Lumberjacks in Hell) e la sua label personale, la 3:26, è diventata un punto di riferimento imprescindibile per sondare il futuro radicato, del suono dance, grazie soprattutto alla serie ‘Basement Edits’, amata e supportata da djs del calibro di Theo Parrish e Sadar Bahar. Le più recenti sono la collaborazione con Masalo su Local Talk e il nuovo singolo ‘Blessin' ‎su G.A.M.M..