Presentazione del libro
An Gorta Mór: La Grande carestia irlandese (1845-1850) scritti di Carlo Cattaneo e John Stuart Mill a cura di Valeria Carozzi e Luigi Mariani (La Vita Felice editore/Fondazione Ivo de Carneri Onlus, 2016)
Insieme ai due curatori intervengono: Alberto Mingardi (Direttore generale, Istituto Bruno Leoni) Giovanni Pavanelli (Professore ordinario di Storia del Pensiero Economico, Università di Torino)
Irlanda 1845: un’ignota malattia colpisce la pianta della patata. È l’inizio della Grande carestia, an Gorta Mór in gaelico irlandese, che ebbe sull’uomo ripercussioni paragonabili a quelle delle epidemie più perniciose e devastanti, tanto che Eric Hobsbawm la definì «la più terribile catastrofe umana della storia europea» di quel periodo. Privati di una fonte quasi esclusiva di sostentamento, tra il 1845 e il 1850 e soprattutto nell’«anno nero» 1847, moltissimi irlandesi morirono non solo di fame, ma anche delle classiche malattie legate alla denutrizione, alla miseria e alla sporcizia. In quegli anni, inoltre, migliaia di persone furono costrette a emigrare, soprattutto verso Stati Uniti, Canada e Australia, ammassate in condizioni disumane nelle stive sudicie e infette di quelle che vennero chiamate coffin ships, «navi bara». In questo volume ci parlano della situazione irlandese e della Grande carestia due insigni esponenti del pensiero economico e filosofico dell’epoca: Carlo Cattaneo e John Stuart Mill. Cattaneo è presente con due saggi pubblicati rispettivamente nel 1844 e nel 1860: Su lo stato dell’Irlanda nell’anno 1844, che apre il volume, e Dei disastri dell’Irlanda negli anni 1846 e 1847, che lo chiude. John Stuart Mill ci offre il suo punto di vista in una serie di articoli apparsi sul «Morning Chronicle» fra il 1846 e il 1847, interessanti anche perché danno un’idea di quanto sulla stampa inglese fosse acceso il dibattito sulla crisi irlandese.
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