Come il volo lontano degli uccelli nella pace della sera

Diari, appunti, ricordi, racconti, canzoni, poesie, pezzi di romanzi e opere teatrali... L'opera di una vita, anzi, una vita all'opera, per chiedersi: «Che cos'è lo spirito? Un'astrazione, una categoria filosofica, una metafora, una superstizione? Oppure un'esperienza del reale (l'esperienza più reale), un modo di stare nel mondo che rivela la realtà, la trasfigura». Un libro che assomiglia a un mosaico («un mandala», dice l'autore). Un diario interiore che parla di spiritualità, ma in modo “laico”, libero, aneddotico, con tanti riferimenti alla tradizione buddhista (la meditazione vipassana) e al misticismo cristiano (Meister Eckart), ma anche letterari (da Goethe a Dostoevskij), filosofici (da Michelstaedter a Maria Zambrano), cinematografici (da Malick a Olmi), pittorici (da Dürer a Duchamp), musicali (da Mozart a Messiaen)... Il titolo sembra il verso di una poesia: in realtà si tratta di una frase attribuita al Buddha e allude al distacco affettuoso con cui bisognerebbe guardare i propri pensieri, per non identificarsi con gli automatismi della mente (l'ego).