La menta sul pavimento/Progetto Brockenhaus
Creazione e interpretazione Elisabetta Di Terlizzi, Francesco Manenti
Disegno luci Mara Cugusi
Musiche originali Michele Zanni
Riprese video e scenografia Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti
Realizzazione montaggio video-musiche Emanuel Rosenberg, Francesco Manenti, Riccardo Palmieri
Collaborazione artistica Riccardo Palmieri
Co-produzione Lo sguardo dell’altro - Sosta Palmizi artisti associati 2010 – Arci Aur-Ora - Rete Aretina 2011
Con il sostegno del Teatro di Castiglion Fiorentino - La Corte Ospitale
foto: Enrico Maria Bertani
«La politica di questo tempo. Grigio è il triste mondo, dove i colori svaniscono, come l’ispirazione, brillano e sono sepolti. Grigia è la tomba, fortezza da cui nessuno ritorna.» Derek Jarman
Si abbassa lo sguardo e si entra in un luogo deturpato,abbandonato,bombardato,lasciato alle intemperie. All'ingresso ci sono due marionette. Ricordano due bambini in carne ed ossa con le giunture arrugginite e difficoltà di movimento. Sulle loro spalle una pesante cassa di legno. " Signor presidente quale sarà il futuro dei nostri bambini?" Le due marionette assistono ad una intervista ad un anziano uomo politico, il Presidente.
«Signor presidente, quale sarà il futuro dei nostri bambini?» Il presidente non risponde. Fiduciosa l'intervistatrice ripropone una e più volte il quesito. Il presidente vacilla, non riesce a dare una risposta ad un quesito così importante. Troppo tardi. Il tempo si ferma. La domanda diventa inaffrontabile per chi si occupa da troppo tempo delle cose dei grandi. In quel lungo silenzio...quali i pensieri dell'anziano uomo politico? Quali immagini hanno paralizzato il suo corpo? Quali sensazioni?
Il suo silenzio non concede vie d'uscita. Le due marionette rimangono intrappolate nella mente dell'anziano uomo politico, in quel luogo silenzioso dove le parole si sgretolano, dove si riconoscono scricchiolii di porte che si spalancano e si chiudono. Tutto sembra travisare la realtà in modo falso e grottesco. Corpi capovolti, gambe sospese in aria, movimenti lenti come in un liquido amniotico: corpi ambigui, senza un diritto ed un rovescio, che si mescolano, si confondono e si fondono nella lentezza nella fragilità e nella mancanza di gravità. Identità parallele che riveleranno due destini distinti e troveranno la vera via d'uscita unicamente verso l'alto.
«Questo lavoro, dove pittura, fotografia e video si contaminano, è intimità ed estetismo insieme. Acqua e menta sono dolci, ma il sapore che ci resta è amaro, come la voce assente del presidente, senza risposta.» Giulia Pascoski Odoardi - Festival Kilowatt 2011
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