Medea di Christa Wolf traduzione Anita Raja drammaturgia Elisabetta Vergani, Maurizio Schmidt con Elisabetta Vergani regia Maurizio Schmidt
28 gennaio - 7 febbraio Teatro Franco Parenti, sala Tre Via Pier Lombardo, 14, Milano
“Non eravamo tutti vittime, vittime portate a sopportare in silenzio, che trottavano verso il macello? Mi dissi, io sono Medea, la Maga, se è questo che volete. La selvaggia, la straniera.” Medea. Voci.
La Voce di Lei, Medea, profuga, umida di terra dal ventre lacerato di Argo. Le Voci “su di lei”, di quella Corinto, che respinge e rinnega il femminile, il sapere antico del corpo, l’armonia con la natura. Voci che si intrecciano e si ricompongono nell’animo dello spettatore; una polifonia diacronica nel grembo materno di quel relitto che è andato alla deriva. La nave di una società feroce che riceve ma nega e perseguita la straniera, i migranti, i “barbari”, depositari e portatori di una cultura lontana. Quella nave che li ha condotti dalla terra dell’Est e li ha resi profughi. Argo naufragata è Corinto, siamo noi.
Ripercorrendo i sentieri del mito fino alle fonti più antiche, Christa Wolf rovescia il mito classico, e la cultura patriarcale che esso rappresenta, e rintraccia la figura originale di Medea, piegata alla violenza di una società in transizione che cerca un capro espiatorio, femminile, da destituire di ogni autorevolezza. Svela il potere dello Stato, rappresentato da Eurpide, che la vuole e la “tramanda” sconvolta da una passione selvaggia, disumana e omicida. Quello di Christa Wolf è uno sguardo che ritrova il femminile arcaico come “possibile vita” e che rivela l’aggressività di una società che respinge l’Altro, distruggendosi essa stessa.
La regia di Maurizio Schmidt mette in scena un adattamento teatrale, scritto dallo stesso Schmidt e da Elisabetta Vergani, che, ricostruendo il racconto di Christa Wolf in ordine temporale, respira nel ventre aperto di Argo, con la quale Giasone si recò in Colchide per conquistare il vello d’oro e con la quale portò Medea a Corinto. Le sue costole di legno sono il “non luogo” dove si scontra il mondo arcaico che univa il maschile e il femminile, in cui le donne erano portatrici di un sapere immenso, con quello civile e raziocinante dei Greci. Elisabetta Vergani interpreta, con il profondo trasporto con cui lei vive e “diventa” racconto, le cinque voci che compongono il romanzo della più importante scrittrice tedesca del Novecento. “Un’altra Medea”, che ancora si interroga e ci interroga, con una forza e un’urgenza vitale.
musiche Ramberto Ciammarughi scene e oggetti Marco Muzzolon disegno luci Paolo Latini elettricista Jacopo Trinca assistente alla regia Gabriele Gerets Albanese organizzazione Davide Pansera produzione Farneto Teatro
ORARI martedì ore 20.00; mercoledì ore 19.15; giovedì ore 20.30; venerdì ore 19.15; sabato ore 21.00; domenica ore 16.00; lunedì riposo BIGLIETTI Intero 25€ - Under15/over60 14€ prevendita 1,50€ INFO Tel : 02 59 99 52 06; biglietteria@teatrofrancoparenti.it http://www.teatrofrancoparenti.it
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