in occasione del 70° anniversario della Liberazione, mostra collettiva di:
Davide Binello Marco Da Rold Diego Di Michele Anna Lami Diego Scursatone
presso i Rifugi Antiaerei di Villar Perosa, Via della Braida (TO)
INAUGURAZIONE giovedì 23-4 dalle ore 17,30 orari: venerdi 24/4 ore 15-21,30 sabato 25/4 ore 15-20 domenica 26/4 ore 10-20
Mostra d’arte contemporanea nei rifugi antiaerei di Villar Perosa.
L’iniziativa nasce da Marco Da Rold, residente a Pinerolo e conoscitore di questi luoghi avendo spesso accompagnato nei sotterranei gruppi di visitatori. Mettendosi in gioco in prima persona, ha coinvolto Davide Binello, Diego Di Michele, Anna Lami e Diego Scusatone, per un progetto che, proprio nel giorno dell’anniversario della Liberazione d’Italia, vuole essere l’occasione per visitare con uno sguardo nuovo e contemporaneo i rifugi antiaerei costruiti nel ’43 per proteggere la popolazione locale dalle incursioni aeree alleate. La data del 25 aprile naturalmente non è scelta a caso: nel giorno in cui si festeggia la fine della guerra ma si hanno ancora negli occhi gli orrori e le devastazioni rimaste, si guarda alle nuove battaglie quotidiane: da quelle ambientali causate dall’uomo a quelle personali che ognuno di noi deve combattere con se stesso. Ma la lotta porta in sé la speranza che con lo sforzo di tutti qualcosa può e deve cambiare.
Ecco come Diego Scusatone descrive questo percorso: I cinque artisti si confrontano con il tema della cattività della speranza presentando delle opere site specific nei tunnel dei rifugi antiaerei, scendono nelle viscere della terra tra la ruggine e i mattoni nel luogo che permise a un paese intero di salvarsi durante il bombardamento alleato del 3 gennaio 1944. Il percorso tematico si snoda intorno al concetto del dentro e del fuori, del prima e del dopo, dei luoghi e delle persone; sculture, fotografia e creazioni pittoriche esorcizzano il distacco dai luoghi e dalle cose materiali, proponendo scenari apocalittici, spunti sull'esistenza del singolo e della comunità, di chi c'era prima e di chi verrà dopo questo evento chiave, tutto questo tessendo un filo di speranza, una luce alla fine del percorso. I cinque creativi riprendono una suggestione che va da Primo Levi a Christian Boltanski, unendola a una riflessione attuale sulla cronaca, sulla guerra, sull’incapacità di autocritica dell'occidente e sulla forza di una piccola comunità di uomini di resistere a ogni costo: pochi metri di terra hanno diviso un manipolo di coraggiosi dalle bombe, dando a un paese la possibilità di essere ricostruito dai suoi stessi protagonisti, e all'arte di riportare quell'impeto a ridare luce a quelle nude pareti umide.
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